Auroville è una città “sperimentale”, o meglio una “comunità intenzionale” basata sulla visione di Sri Aurobindo, sorta nel distretto di Villipuram dello stato di Tamil Nadu, in India presso la città di Pondicherry. È stata fondata nel 1968 da Mère, compagna spirituale di Aurobindo. La città è stata progettata dall’architetto Roger Anger.
Auroville è intesa per essere una città universale, dove uomini e donne di ogni nazione, di ogni credo, di ogni tendenza politica possono vivere in pace ed in armonia. Lo scopo di Auroville è quello di realizzare l’unità umana.
Nel 2016 c’erano poco più di 2800 residenti provenienti da 42 Paesi.
Già nel 1954 la Madre aveva enunciato una formula alternativa per un nuovo modo di vivere e di essere. Ha descritto una nuova società: equilibrata, giusta, armoniosa e dinamica. All’epoca vide che “la terra non è pronta a realizzare un tale ideale” e per questo lo chiamò Un sogno. Il fatto che Auroville cresca costantemente e che i suoi residenti continuino a portare questo stesso ideale e visione nei loro cuori e nelle loro menti, dà speranza. Le sfide sono enormi e audaci, ma chi è toccato da questo sogno non esita a farne parte.
Un sogno
Ci dovrebbe essere da qualche parte sulla terra un luogo che nessuna nazione potrebbe rivendicare come proprio, dove tutti gli esseri umani di buona volontà che hanno un’aspirazione sincera possano vivere liberamente come cittadini del mondo e obbedire a un’unica autorità, quella della Verità suprema; un luogo di pace, concordia e armonia dove tutti gli istinti combattivi dell’uomo sarebbero usati esclusivamente per vincere le cause delle sue sofferenze e miserie, per superare le sue debolezze e la sua ignoranza, per trionfare sui suoi limiti e sulle sue incapacità; un luogo dove i bisogni dello spirito e la preoccupazione per il progresso avrebbero la precedenza sulla soddisfazione dei desideri e delle passioni, sulla ricerca del piacere e del godimento materiale.
In questo luogo i bambini potrebbero crescere e svilupparsi integralmente senza perdere il contatto con la propria anima; l’istruzione non sarebbe impartita per superare esami o ottenere certificati e incarichi, ma per arricchire le facoltà esistenti e farne nascere di nuove. In questo luogo, i titoli e le posizioni sarebbero sostituiti da opportunità di servizio e di organizzazione; i bisogni fisici di ciascuno sarebbero soddisfatti, e la superiorità intellettuale, morale e spirituale si esprimerebbe nell’organizzazione generale non con un accrescimento dei piaceri e delle facoltà della vita, ma con accresciuti doveri e responsabilità.
La bellezza in tutte le sue forme artistiche, pittura, scultura, musica, letteratura, sarebbero ugualmente accessibili a tutti; la capacità di condividere la gioia che porta sarebbe limitata solo dalle capacità di ciascuno e non dalla posizione sociale o finanziaria.
Perché in questo luogo ideale il denaro non sarebbe più il signore sovrano; il valore individuale avrebbe un’importanza di gran lunga maggiore di quella della ricchezza materiale e della posizione sociale. Il lavoro non sarebbe un modo per guadagnarsi da vivere, ma un modo per esprimersi e per sviluppare le proprie capacità e possibilità, pur essendo al servizio della comunità nel suo insieme, che, da parte sua, provvederebbe alla sussistenza e sfera d’azione.
Sarebbe, insomma, un luogo in cui i rapporti umani, che normalmente si basano quasi esclusivamente sulla competizione e la contesa, verrebbero sostituiti da rapporti di emulazione nel fare bene, di collaborazione e di vera fratellanza.
La terra non è certo pronta a realizzare un tale ideale, perché l’uomo non possiede ancora le conoscenze necessarie per comprenderlo e accettarlo né la forza cosciente indispensabile per realizzarlo. Ecco perché lo chiamo un sogno. Eppure, questo sogno sta per diventare realtà. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo su piccola scala, in proporzione ai nostri modesti mezzi. Il risultato è davvero lungi dall’essere perfetto, è progressivo; a poco a poco avanziamo verso la nostra meta che, speriamo, un giorno potremo proporre al mondo come mezzo pratico ed efficace per uscire dal caos attuale e per nascere in una realtà più vera, più armoniosa di nuova vita.
Carta di Auroville (28-02-1968)
1. Auroville non appartiene a nessuno in particolare. Auroville appartiene all’umanità nella sua totalità. Ma per vivere ad Auroville si deve essere il servitore volontario della Coscienza Divina.
2. Auroville sarà il luogo di un’educazione senza fine, di un progresso continuo, e di una giovinezza senza vecchiaia.
3. Auroville vuole essere il ponte tra il passato e il futuro. Approfittando di tutte le scoperte esteriori e interiori, Auroville vuole lanciarsi con coraggio verso le realizzazioni a venire.
4. Auroville sarà un luogo di ricerca materiale e spirituale, per dare un corpo vivente ad una vera Unità Umana.
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